Farmland Bird Index – Aggiornamento 2024

È stato pubblicato l’aggiornamento 2024 del progetto Farmland Bird Index a cui l’ASOIM partecipa fin dall’inizio. Il progetto nasce nel 2009 proseguendo l’analogo progetto MITO2000. La Commissione europea ha individuato l’indice degli uccelli comuni degli ambienti agricoli (Farmland Bird Index) come indicatore di contesto nell’ambito della Politica Agricola Comune, al fine di monitorare l’efficacia delle azioni intraprese e la salute di tali habitat. L’indicatore risulta in declino moderato per la nostra Regione con numerose specie in declino. Sono diminuite del 75% le popolazioni di specie come il Saltimpalo, l’Averla piccola, la Passera mattugia. Specie che mostrano la stessa tendenza al declino a scala nazionale.
Farmland Bird Index

L’ASOIM collabora da anni con la LIPU per il progetto sul FBI, un indice aggregato che misura i trend delle popolazioni di uccelli comuni, con particolare riguardo a quelle legate agli ambienti agricoli. La situazione è preoccupante con un calo numerico costante per numerose specie legate a tali ambienti. L’indice sfrutta la caratteristica degli uccelli di essere ottimi indicatori ambientali, per delineare uno stato di salute dell’ambiente che desta preoccupazione. Allego qui le due più recenti pubblicazioni relative al FBI nazionale e campano.
Progetto di inanellamento Limicoli ai Variconi

Nel mese di settembre 2023 ha preso l’avvio il progetto di inanellamento dei Limicoli nell’oasi dei Variconi. Il progetto, approvato dall’ISPRA, consiste nel montaggio di reti mist-nets in orario pomeridiano e la cattura durante tutta la sera, la notte e parte della mattina seguente. La cattura è di tipo attivo, cioè con l’ausilio di richiami acustici. Questa è la metodica più utilizzata per la cattura di questo gruppo di uccelli e sta funzionando molto bene. In due uscite abbiamo catturato 10 specie diverse di Limicoli e Rallidi più qualche passeriforme in migrazione notturna. Le catture proseguiranno finché gli stagni si manterranno sufficientemente asciutti.
PROGETTO CORACIAS CAMPANIA

Prosegue il monitoraggio della Ghiandaia marina Coracias garrulus in Campania, in pieno accordo con il progetto nazionale. Il progetto ha ormai dodici anni di vita e la mole di dati raccolta è enorme. Quest’anno probabilmente si registra una certa ripresa rispetto al 2022, con siti rioccupati. Nel 2022, allo scopo di acquisire maggiori informazioni sulla biologia riproduttiva della specie, montammo delle fototrappole che ripresero fasi importanti del corteggiamento e della competizione con Corvus monedula. Quest’anno abbiamo ripetuto l’esperimento e abbiamo montato due fototrappole su siti noti. Attendiamo ora la fine della stagione riproduttiva per scaricare le memory card.
Ecco il resoconto della "Stazione di inanellamento e ricerche faunistiche Variconi e Castel Volturno" annualità 2021/2022

Anche quest’anno è disponibile il resoconto della stazione di inanellamento Variconi e Castel Volturno. Scarica il pdf! scarica il pdf
Il Nuovo Atlante degli Uccelli Nidificanti in Campania a cura dell’ASOIM

Ischia – Foto Maurizio Fraissinet Cosa è un Atlante biologico L’atlante biologico è un metodo di rappresentazione cartografica della distribuzione, rilevata in un determinato periodo, di una singola specie o di una categoria sistematica, sia essa vegetale o animale (Fraissinet, 1995). Lo studio della distribuzione della fauna e della flora in un determinato territorio attraverso l’uso della rappresentazione cartografica, soprattutto se realizzata usando una griglia composta da quadranti di uguale superficie, e conoscendo l’arco temporale in cui è stata effettuata la raccolta standardizzata dei dati su campo, consente una interessante serie di analisi: conoscenza degli areali delle specie; possibilità di identificare aree con maggiore ricchezza di specie, biodiversità, endemismi; comprendere i motivi ecologici alla base delle distribuzioni e poterne ipotizzare le dinamiche future; monitorare e analizzare gli andamenti; comparare la distribuzione della specie con le caratteristiche geografiche ed ecologiche del territorio in cui essa è presente. È anche possibile, ripetendo ciclicamente le rilevazioni a distanza di tempo, appurare eventuali variazioni nelle presenze e/o nelle distribuzioni, ed ipotizzarne le cause correlandole alle variazioni apportate al territorio stesso e/o agli ecosistemi dalle attività antropiche (Fraissinet, 1995; Gibbons et al., 2007). Il metodo di campionamento e l’utilizzo di una griglia geometricamente precisa consentono anche elaborazioni ed analisi statistiche sulle distribuzioni. L’atlante biologico rappresenta quindi una buona metodologia di ricerca per contribuire alla conoscenza delle distribuzioni animali e vegetali, delle modalità e dei tempi con i quali le specie occupano nuovi areali, nonché delle variazioni nella composizione in specie delle comunità biologiche in funzione dei cambiamenti che subisce il territorio, il clima, ecc. È quindi anche uno strumento di grande efficacia per valutare i processi di pianificazione territoriale impostati su di una corretta conoscenza degli ecosistemi, le politiche di conservazione della natura, la “misurazione” delle condizioni ecologiche e naturali di un territorio mediante indicatori ambientali. Le conoscenze acquisite, infatti, consentono di operare, ad una determinata scala territoriale, una corretta pianificazione del territorio attenta alla conservazione della natura, evitando o mitigando gli impatti ambientali. L’atlante biologico fornisce anche la possibilità, con la ripetizione del progetto in periodi successivi e mantenendo inalterati i metodi, di effettuare confronti a distanza di tempo sulla situazione territoriale. La possibilità di confrontare ad intervalli temporali le distribuzioni faunistiche e floristiche, nonché i valori di densità e gli indici di comunità se rilevati, consente la comprensione delle cause ecologiche e antropiche in grado di alterare, modificare, indirizzare la distribuzione, ma anche la comparsa o la scomparsa, delle singole specie sul territorio o degli equilibri dinamici all’interno delle comunità. Gabbiano Corso – Foto Silvia Fraissinet Gli Atlanti ornitologici Il primo Atlante biologico ad essere pubblicato è stato un atlante ornitologico, sebbene limitato ad una trentina di specie e ad una griglia cartografica costituita da quadranti di 25 chilometri di lato. Lo pubblicò Norris nel 1960 su Bird Study (Norris, 1960). Pochi anni dopo fu pubblicato, sempre nel Regno Unito, l’Atlante delle piante in Gran Bretagna e in Irlanda (Perring & Walters, 1962). Da allora sono stati prodotti nel mondo numerosissimi atlanti su diversi taxa vegetali e animali. Tra questi ultimi la categoria sistematica più studiata è quella degli Uccelli. Gibbons e collaboratori nel 2007 contarono 411 atlanti ornitologici pubblicati in 50 paesi di tutto il mondo (Gibbons et al., 2007). Il motivo di ciò si spiega con la facilità di osservazione e semplicità di riconoscimento, in modo da poter coinvolgere anche gli appassionati di bird-watching e i cosiddetti ”citizen science”, e l’elevata sensibilità alle modificazioni dell’ambiente delle specie di questa classe animale, tanto che gli Uccelli sono comunemente considerati ottimi indicatori biologici. L’Italia è il paese che ha pubblicato finora il maggior numero di atlanti ornitologici: 171 atlanti pubblicati o parzialmente pubblicati al 2016 (Fraissinet, 2017; 2021). In particolare, il nostro paese si distingue per un elevato numero di atlanti locali: regionali, provinciali, urbani, aree naturali protette, territori a valenza geografica. Il nuovo Atlante degli uccelli nidificanti in Campania Il primo Atlante degli uccelli nidificanti in Campania, pubblicato nel 1989, si riferisce al periodo 1983 – 1987 ed è stato il terzo atlante regionale ad essere pubblicato in Italia (Fraissinet e Kalby, 1989). Successivamente, nel 1999, è stato pubblicato anche l’Atlante degli uccelli svernanti in Campania, riferito al periodo compreso tra la stagione invernale 1989/90 e la stagione invernale 1994/1995 (Milone, 1999). Il primo Atlante degli uccelli nidificanti in Campania. Monografia n.1 dell’ASOIM.Copertina di Antonio Lubrano Lavadera Atlante degli Uccelli svernanti in CampaniaMonografia n.6 dell’ASOIM.Copertina di Domenico Fulgione A distanza di 33 anni dal primo Atlante degli uccelli nidificanti si rende necessario e non più prorogabile ripetere la ricerca e realizzare quindi un nuovo Atlante degli uccelli nidificanti in Campania. A tal fine l’ASOIM ha condotto uno studio preliminare di fattibilità per verificare la sussistenza delle condizioni per poterlo organizzare. Avuto un riscontro positivo ha deciso quindi di avviare il progetto dalla stagione riproduttiva del 2022, prevedendo una durata di cinque anni. Logo del progetto Organizzazione e metodi È stata predisposta una griglia di 168 quadranti che sarà utilizzata per la visualizzazione dei dati (Fig.1). Fig. 1 – Griglia di quadranti UTM di 1 KM di lato sovrapposta al territorio della Regione Campania Ciascun quadrante ha un codice alfanumerico: B6, C4, E9, P10, ecc. Per l’individuazione dei singoli quadranti è stato predisposto un file .KML della griglia che, mediante il software Google Earth, consente di venire immediatamente a conoscenza di quale sia il quadrante in cui si sono effettuate le osservazioni, al fine di indicarlo correttamente nelle schede. Per poter aprire la griglia .KML non è necessario aver scaricato sul proprio dispositivo Google Earth. È sufficiente scaricare il file della griglia (“Griglia Atlante Regionale ASOIM (Scarica la Griglia)”), andare sul sito web Google Earth web e seguire le istruzioni riportate nel foglio (Istruzioni) Nelle schede è preferibile indicare le coordinate delle osservazioni nei formati “gradi decimali”, oppure “gradi, minuti, secondi”. Per es. le coordinate della sede ASOIM (sita in via Cavalli di Bronzo 95, San Giorgio a Cremano) sono: 40.828574°N-14.341008°E oppure 40°49’42″N-14°20’27″E. Se non sapete come trovare le coordinate su
Alternanza scuola-lavoro. Alunni impegnati nell’attività di inanellamento ai Variconi

L’Asoim ha sottoscritto una convenzione con l’Istituto superiore “G.Falcone” di Pozzuoli per attuare il PCTO (ex alternanza scuola-lavoro) con i ragazzi delle quinte classi del liceo. I ragazzi frequenteranno la stazione di inanellamento dei Variconi collaborando fattivamente ai lavori della stazione. Vivranno questa nuova esperienza venendo a conoscenza della realtà della ricerca scientifica di campo. Il progetto ha come focus principali: il monitoraggio ornitico con la metodica dell’inanellamento e la sorveglianza attiva e passiva sull’influenza aviare. Si tratta di una iniziativa nuovissima, forse la prima volta, almeno in Campania, in cui l’alternanza scuola-lavoro vede gli alunni impegnati in attività di ricerca faunistica sul campo!
Stazione di inanellamento "Variconi". Ultima giornata della sessione 2020/2021

La stazione di inanellamento “Variconi” è stata attiva per sei mesi. Dalla prima decade di dicembre 2020 all’ultima decade di maggio, il gruppo di lavoro si è recato sul posto catturando in totale circa 500 uccelli. La metodologia MonITRing ha previsto 6 ore di cattura per decade a partire dall’alba. Alla sottoscritta Danila Mastronardi, inanellatrice e responsabile della stazione, si è affiancato l’inanellatore Filippo Tatino. E’ stato presente un folto gruppo di collaboratori, alcuni dei quali studenti di scienze naturali e forestali. Due sono gli aspiranti inanellatori: Leandro Buongiovanni e Alfonso Maria Piromallo. La presenza del gruppo in stazione è stata decisamente assidua: delle 18 uscite previste ne sono state effettuate 17. Durante l’ultima uscita di fine maggio tanti amici sono venuti a salutare il gruppo ai Variconi dove, accanto alle rigorose attività scientifiche, ci si è concesso un momento ludico assaporando rustici e dolci portati dal gruppo. In quell’occasione c’è stato un insolito inanellamento: una Garzetta. La stazione riaprirà a dicembre 2021, intanto continuate a seguirci perchè a breve verrà pubblicato il report delle catture. Siamo anche su facebook alla pagina: Stazione di inanellamento e ricerche faunistiche Variconi e Castel Volturno.
Le Monografie dell’ASOIM – Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale

a cura di Maurizio Fraissinet La collana delle Monografie dell’ASOIM rappresenta una delle più interessanti produzioni editoriali in ambito ornitologico del continente europeo. I 20 volumi pubblicati dal 1989 al 2025 rappresentano un patrimonio di conoscenze ornitologiche e naturalistiche di grande interesse per la Regione Campania per l’Italia più in generale. Un contributo scientifico enorme che viene anche presentato con una ricercatissima grafica editoriale, che le rende anche di gradevole lettura. Spaziano su diversi campi avendo riguardato atlanti ornitologici a diversa scala, vari taxa della classe degli Uccelli, atti di convegni, Lista Rossa, singole specie ornitiche di grande valore naturalistico. Di seguito le presentiamo una ad una. Prima però desideriamo ringraziare le tantissime persone che, negli anni, hanno permesso di realizzare questa produzione così prestigiosa. Alcune di queste purtroppo ci hanno anche lasciato nel corso del tempo. Un ringraziamento ai tanti ornitologi e fotografi naturalisti che hanno fornito in maniera disinteressata il loro tempo e le loro competenze, gli artisti che hanno realizzato le copertine e i disegni, le istituzioni che hanno sostenuto il progetto. In primis la Regione Campania che contribuendo economicamente alla pubblicazione di 12 dei 19 volumi si è conquistata il titolo di una delle Regioni europee più impegnate nel sostegno alla editoria naturalistica, ma anche la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Napoli, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, il Museo delle Scienze Agrarie di Portici, l’Amministrazione Provinciale di Napoli, il Comune di Castello Matese. Un grazie anche ai privati che sono intervenuti economicamente a sostegno di alcune pubblicazioni: Banca Popolare di Torre del Greco, Agriturismo I Fondi di Baia, Electa Napoli, Tess – Costa del Vesuvio SpA, Maurizio Fraissinet, Stefano Giustino. 1. Maurizio Fraissinet e Mario Kalby, 1989 – Atlante degli uccelli nidificanti in Campania (1983-1987). Monografia 1 dell’ASOIM Regione Campania ed., Napoli. Pp 222. Riporta i dati dell’Atlante ornitologico regionale, il terzo atlante regionale italiano in ordine di pubblicazione. Il libro contiene anche due fogli lucidi relativi alla idrografia e ad una carta altimetrica della Campania da sovrapporre alle mappe distributive degli uccelli in periodo riproduttivo. Realizzato con il contributo della Regione Campania Patrocinio dell’Assessorato all’Agricoltura, Caccia, Pesca e Foreste della Regione Campania, Università degli Studi di Napoli Dipartimento di Zoologia, Società dei Naturalisti in Napoli, WWF Italia – Delegazione Campania, LIPU – Ufficio Regionale per la Campania. Prefazioni di Ferdinando Clemente di San Luca, Bruno Massa e Virgilio Botte. Testi di Umberto Atripaldi, Paola Carrabba, Paola Conti, Gabriele de Filippo, Angela De Vita, Giuseppe Di Martino, Gennaro Esposito, Maurizio Fraissinet, Lucilla Fusco, Maria Grotta, Mario Kalby, Antonio Lubrano Lavadera, Luciano Marcello, Danila Mastronardi, Mario Milone, Rosario Notaro, Stefano Piciocchi, Sergio Scebba. Foto di Umberto Atripaldi, Raffaele D’Anselmo, Maurizio Fraissinet, Livio Genovese, Mario Kalby, Mario Lo Bianco, Stefano Piciocchi, Andrea Simoni. La copertina e le tavole in bianco e nero all’interno sono di Antonio Lubrano Lavadera. 2. Maurizio Fraissinet e Mario Milone, 1992 – Migrazione e inanellamento degli uccelli in Campania. Monografia n.2 dell’ASOIM, Regione Campania ed., Napoli. Pp. 165 Riporta i dati delle tante stazioni di inanellamento, o delle singole spedizioni, che hanno operato in Campania dalla metà degli anni ’70 al 1991. Un periodo nel quale la Campania risultava essere la prima Regione dell’Italia centro-meridionale e la quinta in ambito nazionale per numero di inanellamenti. Realizzato con il contributo della Regione Campania Assessorato Agricoltura, Caccia, Pesca e Foreste e la collaborazione del Dipartimento di Zoologia dell’Università degli Studi di Napoli. Il primo di un periodo contrassegnato da una collaborazione con la casa editrice Electa Napoli che si concluderà con la Monografia n.5. Prefazioni di Alfredo Pozzi e Gian Carlo Carrada Testi di Paola Carrabba, Gabriele de Filippo, Maurizio Fraissinet, Lucilla Fusco, Maria Grotta, Mario Kalby, Antonio Lubrano Lavadera, Mario Milone, Sergio Scebba, Dino Vitiello. Foto di Maurizio Fraissinet. Realizzazione grafica di ElectaNapoli. Copertina e tavole in bianco e nero all’interno di Antonio Lubrano Lavadera. 3. Maurizio Fraissinet, Maria Grotta M e Stefano Piciocchi, 1994 – La Lista Rossa degli Uccelli in Campania. Monografia n.3 dell’ASOIM. Electa Napoli ed., Napoli. ISBN 88 435 4782 8 Pp. 61 La prima Lista Rossa degli Uccelli della Campania. Prefazioni di Fulco Pratesi e Mario Milone Testi di Maurizio Fraissinet, Maria Grotta e Stefano Piciocchi Foto di Maurizio Fraissinet e Stefano Piciocchi. Realizzazione grafica di ElectaNapoli. Copertina e tavole in bianco e nero all’interno di Antonio Lubrano Lavadera. 4. Maurizio Fraissinet (a cura di), 1995 – Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nella città di Napoli. Monografia n.4 dell’ASOIM. ElectaNapoli ed., Napoli. ISBN 88 435 4822 0 Pp. 263 Il terzo atlante ornitologico degli uccelli nidificanti in ambito urbano e il secondo per gli uccelli svernanti nella storia dell’ornitologia italiana. Realizzato con il contributo della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Napoli e della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, con il patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli e la collaborazione del Dipartimento di Zoologia dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. Prefazioni di Maciej Luniak e Rakesh K. Rastogi Testi di Francesco Ausiello, Paola Carrabba, Paola Conti, Diletta Coppola, Silvana Del Gaizo, Ermanno De Pisi, Rino Esposito, Maurizio Fraissinet, Maria Grotta, Roberto Guglielmi, Fulvio Mamone Caprio, Danila Mastronardi, Mario Milone, Patrizia Mirabella, Armando Nappi, Stefano Piciocchi, Claudio E. Rusch Foto di Maurizio Fraissinet. Disegni di Roberto Guglielmi. Copertina e tavole in bianco e nero all’interno di Antonio Lubrano Lavadera. 5. Maurizio Fraissinet, Diletta Coppola, Silvana Del Gaizo, Maria Grotta e Danila Mastronardi D., 1996 – Atti del Convegno nazionale l’avifauna degli ecosistemi di origine antropica: zone umide artificiali, coltivi, aree urbane. Monografia n. 5 dell’ASOIM, Electa Napoli ed., Napoli. ISBN 88 435 5224 4 Ospita gli Atti del Convegno Nazionale “L’avifauna degli ecosistemi di origine antropica: zone umide artificiali, coltivi, aree urbane”, tenutosi a Napoli il 26 e 27 novembre 1994. Realizzato con il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Campania, con il patrocinio della Regione Campania e del Dipartimento di Zoologia dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. Prefazione di Maurizio Fraissinet Testi di
Terzo Atlante degli Uccelli Nidificanti e Svernanti della città di Napoli

IL TERZO ATLANTE DEGLI UCCELLI NIDIFICANTI E SVERNANTI DELL CITTA’ DI NAPOLI. RISULTATI PRELIMINARI AD UN ANNO DALLA CONCLUSIONE Maurizio Fraissinet1,2, Silvia Capasso2,Luciano Bosso1 e Danilo Russo1 1Wildlife Research Group, Dipartimento di Agraria, Università Federico II di Napoli,Via Università 100, 80055 Portici (NA); 2ASOIM onlus, via cavalli di bronzo 95, 80046 San Giorgio a Cremano (NA) Introduzione Il metodo dell’atlante per lo studio dell’avifauna di un territorio, con la realizzazione quindi di mappe distributive delle singole specie mediante l’occupazione o meno dei quadranti di una griglia di riferimento, rappresenta un ottimo strumento di indagine, che tra le tante opportunità ha anche quella della validità del confronto tra mappe di diversi periodi se rimangono inalterate le metodologie di campionamento e utilizzo della griglia. Registrare l’evoluzione della distribuzione di una specie in un territorio a distanza di tempo, disponendo di mappe basate su griglie identiche, rappresenta una grossa opportunità per lo studio dell’ecologia della specie nel territorio oggetto di ricerca, correlandola con le trasformazioni che il territorio ha subito nel tempo, trasformazioni anch’esse restituite sulla griglia di base (Fraissinet, 2017; Gibbons et al., 2007). (cliccare sull’immagine sotto per il download del Poster) Un lavoro di questo genere può restituire informazioni molto interessanti se si opera su di un territorio urbanizzato, quale è quello di una grande città, perché per definizione tali territori sono soggetti a rapide trasformazioni, e pertanto gli intervalli di tempo utilizzati tra un atlante e un altro, in genere una decina di anni, sono sufficienti a rimarcare le grandi trasformazioni e verificare in che modo le specie di uccelli selvatici hanno reagito ad esse. Il terzo Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nella città di Napoli, realizzato ad una decina di anni dal secondo (Fraissinet, 2006) e ad una ventina dal primo (Fraissinet, 1995) consentirà interessanti spunti di analisi dell’evoluzione delle specie selvatiche che frequentano la città A distanza di un anno dal termine dei rilevamenti sul campo per il periodo riproduttivo, con una copertura che ha raggiunto il 90% dei quadranti, e a due anni dal termine dei rilevamenti sul campo per lo svernamento, con una copertura del 73,5%, è parso opportuno presentare i risultati preliminari con l’evoluzione della distribuzione di alcune specie che mostrano modifiche consistenti rispetto alle precedenti ricerche. Area di studio La città di Napoli (compresa tra 40°47’ e 40°54’ Nord e tra 14°07’ e 14°21’ Est) è adagiata ad anfiteatro per circa 8 chilometri sul margine nord-orientale di uno dei golfi più grandi del versante tirrenico italiano. Occupa una superficie di 117,27 chilometri quadrati, abitati da una popolazione residente al 31 dicembre 2016 di 970.185 abitanti (34.315 abitanti in meno rispetto al 2001), per una densità di 8273 abitanti per chilometro quadrato. L’altimetria varia dagli 0 ai 457 metri sul livello del mare dei Camaldoli. Ricade nella zona bioclimatica a clima meso-mediterraneo accentuato (La Valva e De Natale, 1993-94). I valori climatici degli ultimi 30 anni rivelati nella stazione meteo dell’aeroporto di Capodichino (sito dentro la città) riportano gennaio e febbraio quali mesi più freddi con una media di 4° C di minima e luglio e agosto quali mesi più caldi, con una media, rispettivamente, di 29° e 30° C (Fig.1); il mese con i valori medi minimi di precipitazione è luglio con 24 mm, mentre i più piovosi sono quelli autunnali di ottobre (130 mm), novembre (il più piovoso con 162 mm) e dicembre (121 mm) (Fig.2). Dal punto di vista vegetazionale l’area urbana napoletana ricade interamente nella Fascia mediterranea (Orizzonte submediterraneo delle sclerofille sempreverdi) (Pignatti, 1979; La Valva et al., 1985). Metodi Per il metodo di rilevamento dei dati sul campo e la predisposizione della griglia cartografica si è operato in modo da essere il più possibile coincidenti con i metodi utilizzati nelle precedenti ricerche, al fine di rendere comparabili i dati. Il territorio cittadino è stato suddiviso in 142 quadranti di un chilometro di lato per la distribuzione delle specie nidificanti e in 146 quadranti di un chilometro di lato per la distribuzione delle specie svernanti. I quadranti sono ricavati dal sistema UTM. La differenza nel numero dei quadranti tra le due stagioni di rilevamento si spiega con il fatto che per lo svernamento sono stati presi in considerazione anche alcuni quadranti costieri della zona del porto nei quali, per le caratteristiche ambientali del sito, avviene il regolare svernamento ma non la riproduzione. I quadranti che contengono al loro interno frazioni molto ridotte del territorio comunale non sono stati presi in considerazione e accorpati ai quadranti limitrofi. L’archiviazione e la mappatura dei dati sono realizzate mediante l’utilizzo di software GIS, in modo da consentire anche successive elaborazioni ed analisi ambientali. La dimensione dei quadranti – 1 Km di lato – è in linea con gli indirizzi dettati dal Gruppo di Lavoro “Atlanti ornitologici urbani italiani” per una città delle dimensioni di Napoli (Dinetti et al., 1995; Dinetti et al., 1996; Dinetti e Fraissinet, 1998; Dinetti e Fraissinet, 2001). La ricerca è iniziata nella stagione primaverile del 2014 e terminerà in quella del 2018 per i nidificanti; mentre è iniziata nell’inverno 2014/2015 e terminerà nell’inverno 2018/2019 per gli svernanti. Il periodo di rilevamento per la stagione invernale è stato dall’1 dicembre al 28 febbraio e quello di rilevamento per la stagione riproduttiva dal 15 marzo al 15 luglio. I criteri di rilevamento della nidificazione sono stati quelli delle 16 categorie di rilevamento messe a punto dall’European Bird Census Council (EBCC) per la standardizzazione degli Atlanti ornitologici. Per lo svernamento si è fatto riferimento alla sola presenza/assenza. Per alcune specie si è effettuato anche un conteggio assoluto degli esemplari in periodo invernale e delle coppie in periodo riproduttivo. Lo si è fatto per quelle specie che per dimensioni e numeri poco elevati si prestavano ad un conteggio alquanto preciso: Germano reale, Tuffetto, Svasso maggiore, Svasso piccolo, Cormorano, Sula, Airone cenerino, Airone guardabuoi, Sparviere, Poiana, Aquila minore, Gheppio, Falco pellegrino, Gallinella d’acqua, Folaga, Beccapesci, Martin pescatore, Corvo imperiale. Il rilevamento dei dati è avvenuto mediante osservazione diretta sul campo,