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Marco Dinetti, 2009 – Biodiversità urbana. Conoscere e gestire habitat, piante e animali nelle città. Tipografia Bandecchi & Vivaldi, Pontedera. Pp. 295

La letteratura scientifica dedicata all’analisi degli ecosistemi urbani è ormai diventata particolarmente ricca e articolata. E’ una logica conseguenza del forte incremento di popolazione che hanno subito i centri urbani di tutto il mondo nel corso degli ultimi anni, e delle notevoli implicazioni che questo comporta. Non solo, le aree metropolitane sono sempre più responsabili di fenomeni ambientali a scala planetaria ed è anche su di esse quindi che si deve agire per intervenire tendenze ormai drammatiche per la Terra.  Contestualmente aumentano anche le pubblicazioni in lingua italiana, dedicate alla conoscenza e alla gestione degli aspetti ecologici delle città. L’Italia, in particolare, si pone all’attenzione degli studiosi di fauna e flora urbane di tutto il mondo per la notevole produzione di ricerche naturalistiche, in particolare avifaunistiche, nelle sue tante città. In questo contesto si inserisce questo ottimo libro di Marco Dinetti, uno degli studiosi della natura in città più conosciuto in Italia e all’estero.  In realtà “Biodiversità urbana” si sarebbe potuto intitolare tranquillamente anche “Fondamenti di biodiversità urbana” perché è tale l’impressione che se ne ricava leggendo il libro. Un libro completo che presenta una dettagliata panoramica degli studi, dei temi, delle problematiche e degli aspetti gestionali che riguardano la biodiversità urbana nelle città. I vari aspetti sono ben presentati con un linguaggio svelto e diretto, arricchito da una notevole massa di citazioni bibliografiche utili e opportune, e da tanti disegni, grafici e immagini che rendono bene le idee e i concetti. Un testo quindi che fornisce gli elementi fondamentali per approcciare la conoscenza della biodiversità urbana e di tutte le molteplici problematiche ad essa connesse. Il libro rappresenta sicuramente la sintesi dei tanti anni di studio che l’autore ha dedicato al tema. Lo testimoniano i tanti aspetti trattati, tutti con attenzione al particolare ed ai risultati scientifici e gestionali conseguiti nelle varie città del pianeta in cui sono stati affrontati. E del resto la ricchissima bibliografia finale rappresenta, da sola, un motivo più che valido per dotarsi di questo strumento tecnico-conoscitivo. Un’opera utile a più categorie di lettori, dagli appassionati di natura agli amministratori delle città, passando per gli operatori scolastici, gli educatori ambientali, gli urbanisti. Interessante notare, leggendo il libro e consultando la bibliografia, come siano ormai tanti i lavori scientifici e i filoni di ricerca che studiano la biodiversità urbana, e come tra questi ci sia anche una ricca e valida letteratura scientifica italiana. Ancora più interessante osservare che la gran parte dei lavori è stata realizzata nel corso degli ultimi trenta anni, un fenomeno di ricerca scientifica recente ma che in pochi decenni ha prodotto tantissimo, segno della necessità di conoscere sempre meglio l’ecosistema urbano al fine di gestirlo in maniera sostenibile.  Sostenibilità che, come emerge dalle pagine del libro, ha una valenza ampia, riferendosi sia alla necessità di garantire una vita degna di questo nome alle popolazioni urbane della nostra specie, sia a quella di garantire la conservazione della natura presente dentro i centri urbani, e il tutto si rende necessario per contribuire alla conservazione della natura e dell’ambiente più in generale nel nostro pianeta.  Maurizio Fraissinet

Leonardo Latella (a cura di), 2009 – Animali in città. Altri abitanti di Verona. Scripta edizioni

Un’opera ampia e completa dedicata alla fauna selvatica che vive, insieme ai veronesi, nella città di Verona. Ampia e completa perché tratta diversi taxa e tutti con un buon approccio scientifico e divulgativo al tempo stesso, al punto che la lettura dei testi è gradevole e scorrevole, sia perché interessante sia perché scritti bene. Il tutto è corredato da splendide foto a colori. Il libro si apre con una trattazione di Marzio Zapparoli sulla Fauna urbana e prosegue con una breve descrizione della storia naturale di Verona (scritta da Leonardo Latella)e la descrizione delle aree verdi cittadine. Si passa poi a presentare i vari taxa: invertebrati (ragni, insetti in senso lato, farfalle e altre forme invertebrate) e vertebrati (rettili, uccelli, pipistrelli). I pipistrelli, in particolare, vengono riportati con il nome locale veronese: Signapole. Due capitoli sono dedicati al fiume della città, l’Adige, in considerazione del ruolo ecologico che svolge sul territorio.  I capitoli ornitologici riguardano sia l’analisi dell’avifauna più in generale (testo scritto da Maurizio Sighele e Marco Morbioli) con la presentazione della check-list degli uccelli di Verona nel periodo 1985 – 2009. Risultano osservate a Verona 184 specie, di cui almeno 77 nidificanti tra certe e incerte. A queste vanno aggiunte 9 specie esotiche introdotte a scopo ornamentale. 9 invece le specie descritte solo per il passato (‘800 e prima metà del ‘900). Maurizio Sighele ha curato anche il capitolo sugli uccelli acquatici che si possono osservare nel tratto urbano dell’Adige e la scheda sull’esemplare di Fenicottero che sostò nel gennaio 2008 nei pressi di Ponte Catena, in pieno centro urbano. Nicoletta Verdari, Daniele Avesani, Antonio Petronio, Giuseppe Guastella e Fabrizio Abrescia hanno redatto, invece, la scheda sulla presenza urbana del Falco pellegrino. La specie viene osservata dal 2002 nella zona compresa tra la chiesa di Sant’Anastasia, il Duomo e la basilica di San Zeno. Al momento le osservazioni si riferiscono al solo periodo migratorio e invernale, il fatto, però, che si tratti di due individui di sesso diverso fa ben sperare per il futuro. Ci sentiamo di condividere l’auspicio di Maurizio Sighele e Marco Morbioli per la redazione di un atlante ornitologico della città di Verona. Questo libro, gli ottimi risultati finora conseguiti, la check-list sull’avifauna della città e il discreto numero di appassionati naturalisti che risiedono nel capoluogo veneto fanno ben sperare. Da segnalare che il volume è dedicato alla memoria di Paolo De Franceschi e Giannella Vesentini Paiotta, due indimenticabili naturalisti veronesi. Maurizio Fraissinet

Angelo Meschini, 2010 – L’Occhione. Edizioni Belvedere. Euro 25,00

Tra i fiumi e le pietre Da qualche anno si sta intensificando nel nostro paese la produzione di libri monografici su singole specie di uccelli. Se si possono comprendere però le motivazioni che possono convincere un autore a scrivere i testi (fatica immane che comporta una conoscenza assoluta della specie!), un editore a pubblicare il libro (e a rischiare quindi l’investimento) e un lettore a comprarlo ( impegnando soldi per una merce che lo interessa), allorquando si tratta di uccelli spettacolari e di grosso interesse emotivo quali i rapaci diurni e notturni, le anatre, gli aironi, gli avvoltoi e alti gruppi e specie simili, molto più difficili sono da capire le motivazioni, quando l’oggetto del libro riguarda un uccello schivo, poco appariscente e alquanto sconosciuto ai più come l’Occhione. La prima risposta a queste considerazioni, se volete anche un pò scherzosa, sta nei personaggi che si celano nell’autore e nell’editore. Il primo, Angelo Meschini, è un ornitologo professionista viterbese che ama frequentare, armato di pipa, binocolo e macchina fotografica, i greti dei fiumi e gli ambienti steppici della Toscana meridionale e dell’alto Lazio, con qualsiasi tempo, freddo o caldo che sia. Se si aggiunge che costui è dotato anche di un notevole spirito costruttivo che lo porta a organizzare tante cose sempre di successo e sempre ben pianificate (qualcuno ricorderà le “interviste dell’Okkione”su di un sito web e l’ottima tavola rotonda sulla specie all’ultimo convegno italiano di Ornitologia di Sabaudia) già può intuire cosa gli riservi il libro, e perché costui ha speso tanto del suo tempo per scrivere un libro così ben fatto e interessante. L’editore, poi, è Luigi Corsetti, anch’esso ornitologo, e si capisce quindi tutto. Si comprende infatti il pizzico di follia che c’è dietro l’impresa, ma anche l’amore che l’ha scatenata e soprattutto la professionalità e la serietà scientifica che traspaiono nettamente dalla lettura delle pagine. Se è vero che l’Occhione è poco distribuito in Italia e di conseguenza anche poco studiato, è altrettanto vero che la specie presenta una biologia estremamente interessante, con una serie affascinante di adattamenti morfologici, comportamentali e fisiologici all’habitat che frequenta, una capacità straordinaria di comunicare con i conspecifici e, nel contempo, di difendere il territorio in periodo riproduttivo, uno spettro alimentare molto vario e un’attività riproduttiva che, anche se in un ambiente che sembra particolarmente ostile, viene portata avanti con “sagacia evolutiva”. La trattazione è ampia e completa e al termine della lettura chiunque, sia esso uno studioso della specie o uno che non si era mai “posto il problema” quale il sottoscritto, si rimane non solo affascinati da tale animale, ma ci si trova soprattutto a ragionare sugli adattamenti evolutivi, sulle strategie messe in atto e sul fascino che il mondo dell’Occhione richiama nell’appassionato di natura. E’ da quando ho terminato di leggere il libro che desidero ardentemente vederne qualche esemplare in Italia e sentirne il canto. La passione che trasmette il libro è dovuta, oltre al rigore scientifico ben divulgato, anche dall’”essudato” di passione che traspira dalle pagine, così ricche graficamente con disegni, sagome e foto molto belle, e piene di bei racconti di momenti di vita dell’autore a contatto con gli Occhioni. E’ quello del racconto della vita di campo un aspetto nuovo della divulgazione naturalistica che a me, personalmente, piace molto, e trovo utile anche per far conoscere e far appassionare allo studio naturalistico le nuove generazioni. Insomma, davvero un bel libro e una bella lettura che raccomando a chiunque ami andare in giro a “sbinocolare” Maurizio Fraissinet

Bruno Massa. 2008. In difesa della biodiversità. Alberto Perdisa editore

Quando finisci di leggere un bel libro che ti ha passionato hai voglia di dirlo agli amici e di suggerirgli la lettura. E’ con questo spirito che scrivo queste brevi note di recensione del libro di Bruno Massa, noto naturalista siciliano. Il testo è diviso in tanti capitoli quante sono le lettere che compongono la parola “biodiversità” e ciascun capitolo inizia con una di queste lettere a partire dalla prima, la “b”. Un’idea simpatica che permette all’autore di spaziare su molti argomenti di biologia, ecologia, etologia e conservazione della natura. Un testo che si fa leggere con interesse per le tante informazioni scientifiche che si possono acquisire. I vari argomenti trattati – biogeografia, isolamento e insularità, organismi viventi, diversità a vari livelli, incommensurabile ricchezza, vulnerabilità, estinzioni, risorse, simbiosi e coevoluzione, interazioni ecologiche, terra (gaia) e alcune considerazioni sulla tutela della biodiversità – sono esaminati in maniera esaustiva e citando molti casi di studio. Il testo si legge con piacere e con interesse, e mana mano che si procede nella lettura ci si appassiona perchè l’Autore ci conduce alla esplorazione di un pianeta fantastico, abitato da creature straordinarie che hanno messo in atto strategie per la sopravvivenza che la nostra fantasia non riesce nemmeno ad immaginare. Davvero un libro da leggere e da far leggere

Frèdéric Malher, Guilhem Lesaffre, Maxime Zucca et Jacques Coatmeru, 2010 – Oiseaux nicheurs de Paris. Un atlas urbain. CORIF. Delachaux et Niestlé, Paris. Euro 38

il primo atlante urbano francese Il primo atlante urbano francese è stato pubblicato ed è dedicato alla città di Parigi. Il curatore della ricerca e del volume è Frédéric Malher, noto agli ornitologi europei che si interessano di avifauna urbana, per il suo riuscitissimo blog “Les Oiseaux des villes” in cui non si parla solo dell’avifauna urbana francese ma si discute di vari temi dell’ornitologia urbana e viene tenuta una ricca e ben aggiornata rubrica sulle ultime novità bibliografiche inerenti l’argomento. Il volume di 240 pagine è molto curato dal punto di vista grafico e presenta i risultati della ricerca condotta nella parte cosiddetta “intra muros” di Parigi nel periodo 2005 – 2008. La zona “intra muros” costituisce la parte centrale della città, estesa per 87 chilometri e quadrettata con un reticolo di quadranti di 1 Km di lato. Al lavoro di raccolta dei dati sul campo hanno collaborato 58 rilevatori. Per alcune specie – Gheppio e Balestruccio – esistono a Parigi specifici gruppi di ricerca che eseguono da anni monitoraggi e che hanno collaborato fornendo i dati al progetto. Nell’area di studio non rientrano i due grandi parchi posti, rispettivamente a est e a ovest, della città: Bois de Boulogne e Bois de Vincennes. L’atlante è stato di tipo semiquantitativo e ha portato al censimento di 60 specie nidificanti certe o probabili. L’analisi dell’avifauna nidificante a Parigi presenta molti spunti di interesse. In primo luogo si presenta, rispetto alle altre capitali dell’Europa centro-settentrionale in cui è stato pubblicato un atlante ornitologico (Londra e Berlino, ad esempio), molto povera di specie acquatiche nidificanti, ospitando solo Germano reale e Gallinella d’acqua. Ciò è dovuto al fatto che non presenta le vaste distese lacustri urbane tipiche di Londra e Berlino. Interessanti la buona distribuzione ed abbondanza del Colombaccio (comunissimo) e della Colombella, che contrasta con la quasi assenza della Tortora dal collare, presente con solo 5 coppie, la nidificazione di tre specie di gabbiani: il reale, il nordico e lo zafferano. Incredibile il calo che sta facendo registrare la Taccola, ormai a rischio di estinzione e la rarità della Passera mattugia (4 o 5 coppie). Comune il Picchio rosso minore, che risulta essere, tra i tre picchi presenti, la specie più diffusa. Molto frequente è risultata la Passera scopaiola, al punto da classificarsi al secondo posto nella classifica delle specie più frequenti con il 98,9% dei quadranti occupati. La specie più diffusa è risultata il Merlo con il 100% dei quadranti occupati. Il Gheppio è l’unico falco nidificante (gli ornitologi parigini sono in trepidante attesa della prima nidificazione del Pellegrino che sembrerebbe imminente!) ed è presente con oltre 50 coppie. Da qualche anno ha iniziato a nidificare in città anche lo Sparviere (3 o 4 coppie): bellissima la foto di una femmina sulla ringhiera di un balcone. Oltre l’analisi dei risultati relativi alle singole specie, il libro riporta brevi note anche sulle altre specie che frequentano la città fuori dal periodo riproduttivo, illustra i due grandi parchi non inseriti nella ricerca – Bois de Boulogne e Bois de Vincennes – descrivendone anche l’avifauna, riporta alcune interessanti ricerche in corso sull’avifauna, quale ad esempio quella dell’inanellamento in città.  Molto interessanti i capitoli dedicati alla evoluzione del popolamento ornitico della città e all’analisi dei dati raccolti nel corso della ricerca. Da leggere le spiegazioni ecologiche e i confronti con altre città. Un bel lavoro che arricchisce ulteriormente il panorama di conoscenze sull’avifauna urbana europea. Con Parigi passano a 9 le capitali europee per le quali esiste un atlante ornitologico: Berlino, Bruxelles, Londra, Mosca, Praga, Roma, Sofia, Varsavia, e Parigi, appunto. Maurizio Fraissinet  

Pierandrea Brichetti e Giancarlo Fracasso, 2010. ORNITOLOGIA ITALIANA volume 6. Sylviidae-Paradoxornithidae. Oasi Alberto Perdisa, Bologna, 490 pagine, € 48,00

Nel piano dell’opera iniziale, Ornitologia italiana, il fondamentale lavoro di Pierandrea Brichetti e Giancarlo Fracasso dedicato a identificazione, distribuzione, consistenza e movimenti degli uccelli italiani, avrebbe dovuto concludersi in cinque volumi. Ma il sesto volume, ora pubblicato, tratta le famiglie Sylviidae, Timaliidae e Paradoxornithidae, mentre toccherà attendere ancora qualche anno per il completamento dell’opera. Sono previsti, infatti, altri tre volumi per un totale di nove che conterranno, oltre alle restanti famiglie, aggiornamenti, appendici e un DVD video sulla biologia degli uccelli. Nel corso dei sette anni trascorsi tra la pubblicazione del primo e del sesto, ogni volume di Ornitologia italiana è stato progressivamente ampliato tanto nei testi quanto nel corredo iconografico. Per quantificare sommariamente la differenza, basta confrontare lo spazio dedicato a due specie comuni quali Germano reale (vol. 1, 5 pagine) e Capinera (vol. 6, 17 pagine). Sono aumentate le foto che rappresentano gli uccelli di sessi, età e stagioni diverse, sottospecie e aberrazioni del piumaggio. Sono riportati i sonogrammi ricavati da brani delle registrazioni contenute nel CD audio; è presente un maggior numero di cartine che illustrano, oltre all’areale riproduttivo, le zone di migrazione, la distribuzione delle ricatture di individui inanellati e, in taluni casi, i territori riproduttivi mappati in aree campione. In aggiunta a quelli di Silvia Gandini, presenti fin dall’inizio, compaiono ora alcuni disegni di Andrea Ambrogio (tratti da Il comportamento degli uccelli d’Europa) che illustrano comportamenti caratteristici delle specie. Anche questo volume, come il precedente, approfondisce molto inoltre gli aspetti relativi alla determinazione delle età attraverso l’analisi del piumaggio: sono tante infatti le foto di ali e code in cui si notano particolari diagnostici del piumaggio per poter capire come determinare l’età dei soggetti durante le operazioni di inanellamento. C’è da rimpiangere che tanto spazio non sia stato previsto fin dall’inizio dell’opera, anche se si confida negli aggiornamenti previsti nell’ultimo volume o – chissà – in future integrazioni. Come i precedenti, il libro è organizzato a schede in cui gli autori sintetizzano le attuali conoscenze ornitologiche su biometria, identificazione, distribuzione, popolazione, habitat, riproduzione, movimenti, svernamento e conservazione di ogni specie dell’avifauna italiana, incluse quelle accidentali e di presenza storica. Oltre alle mappe di distribuzione, ai diagrammi e alla check-list aggiornata al 2009, l’opera è corredata da una ricchissima bibliografia e dal quarto e ultimo CD contenente le registrazioni originali delle vocalizzazioni delle specie nidificanti in Italia. Per ciò che concerne le specie quasi tutto il volume è dedicato ai silvidi. E’ possibile quindi documentarsi su tutti i luì rari e accidentali osservati negli ultimi anni nel nostro paese, e con essi anche alcuni regulidi e canapini. Per comprendere meglio le differenze ci sono anche delle tabelle finali in cui vengono riassunte le differenze biometriche e di piumaggio che consentono la determinazione delle singole specie durante le fasi dell’inanellamento. Per quello che riguarda le specie del genere Sylvia compare per la prima volta in un testo di ornitologia la trattazione della nuova specie Sylvia subalpina, la Sterpazzolina di Moltoni. Dispiace leggere, invece, del calo drammatico che fatto registrare dalla Bigia padovana, ridotta ormai a pochissime coppie e con un calo incredibilmente rapido. Viene descritto in maniera approfondita anche l’Usignolo del Giappone (che giustifica la presenza della Famiglia dei Timalidi), nidificante ormai in diverse località del nostro paese. Da evidenziare che per molti accidentali ci sono le foto che li documentano, siano essi individui catturati nelle campagne di inanellamento, siano essi stati osservati liberi e quindi fotografati. Un bellissimo segnale della crescita della nostra ornitologia. Siamo sempre di più, stiamo un po’ ovunque, siamo più bravi…. e ormai non ci sfugge più niente! Maurizio Fraissinet e Franco Roscelli

Riccardo Nardi e Giulio Ielardi, 2010 – Rocconi. La valle dei falchi. 112 Pp. Darwin edizioni. Euro 20

La prima emozione questo libro, potrà sembrare banale, la dà già dalla copertina. La foto di un Lanario con le ali aperte, su di una roccia e i colori dolci dell’alba che si riflettono anche sul piumaggio dell’animale, rendendolo più vivace, non è solo una splendida immagine ma anche un qualcosa di struggente che attira l’attenzione e che fa riflettere. Il tema dell’emozione caratterizza questo libro. I testi di Riccardo Nardi e le immagini di Giulio Ielardi sono un insieme bello e struggente nello stesso tempo, scientificamente interessante ma anche pieno di pathos, generando un’emozione che ti prende man mano che sfogli il volume, leggi i testi asciutti ed essenziali di Riccardo e vedi le foto di Giulio. Al di là della tecnica fotografica sopraffina di quest’ultimo, esse sembrano voler trasmettere infatti l’emozione di quell’attimo che l’autore dei testi e il fotografo hanno vissuto nel bosco di Rocconi. Quegli attimi belli, intensi e memorabili che solo chi ha il dono della sensibilità per le bellezze naturali può sapere cosa significhino. Il libro è di quelli che vanno assaporati con calma, vanno gustati, pagina dopo pagina, foto dopo foto. Consiglio la lettura a fianco ad un camino acceso, sul divano o sulla poltrona preferita, se si vuole a fianco ad un brandy o ad un buon bicchiere di vino, nel silenzio e la pace, regalandosi un momento di relax e di piacere assoluto. Così l’ho letto io e mi è sembrato di camminare nei sentieri dell’Oasi WWF di Rocconi a fianco di Riccardo e Giulio e a disquisire di natura, di animali, di paesaggi e poi, ogni tanto, fermarsi ad osservare il volo del Biancone o ascoltare il grido del Falco pellegrino. Per poi giungere, alla fine del libro, alla parete dove nidificano i Lanari, gli ospiti più rari, più preziosi dell’Oasi.  Un’Oasi, si badi bene, che ospita ben otto specie di rapaci diurni nidificanti: lanario, pellegrino, gheppio, sparviere, poiana, falco pecchiaiolo, biancone ed astore. 371 ettari di Maremma intatta, selvaggia, aspra, ma nel contempo dolce con le sue albe rosa, i suoi profumi mediterranei, l’acqua cristallina del torrente Albegna. Sembra una valle incantata, un luogo dei sogni, ma è invece una bella realtà, frutto della tenacia e della concretezza di Riccardo Nardi e di tutto il WWF Italia che ha acquistato il Bosco Rocconi e altre particelle per tutelare definitivamente, senza se e senza ma, quel territorio così ricco di vita. Un territorio quindi che grazie al WWF appartiene a tutti coloro, e sono tanti, che hanno fatto le donazioni ai tavoli dell’”operazione Beniamino” per le strade e le piazze italiane. Un luogo in cui andare, entrando in punta di piedi, camminando in silenzio per non perdere un suono, un profumo, un’immagine, per non perdere insomma nessuna delle emozioni che può regalare e che Riccardo e Giulio sono riusciti a trasmettere attraverso parole e foto in un libro che sarebbe un errore non avere nella propria biblioteca e che, inspiegabilmente, riesce a mantenere un prezzo davvero contenuto (solo 20 euro) a fronte di una eleganza e una ricchezza editoriale notevole. Maurizio Fraissinet Per ordinarlo è possibile scrivere una email presso il sito www.giulioielardi.com

Giovacchini P., 2011 – Nuovo atlante degli uccelli nidificanti a Grosseto. Comune di Grosseto, Assessorato all’Ambiente. Tipografia Myckpress, Fornacette (PI). 224 Pp.

E siamo arrivati a 30! Si, quello di Grosseto è il 30° Atlante ornitologico urbano che viene pubblicato nel nostro paese. Un record mondiale assoluto! Basti pensare che, al momento, sono noti solo altri 31 atlanti ornitologici pubblicati nel resto del mondo, e che il paese al secondo posto in questa speciale classifica è la Germania con solo 9 atlanti ornitologici urbani pubblicati. Un successo incredibile che fa dell’Italia il paese leader al mondo nel settore degli studi sull’avifauna urbana. Uno dei motivi di tale successo è da ricercare nella stesura, anni orsono, delle linee guida per la realizzazione degli atlanti ornitologici urbani. Ciò non solo ha stimolato la produzione di tanti lavori, ma ha fatto si che questi venissero realizzati in maniera uniforme in modo da consentire comparazioni tra le diverse città e nella stessa città a distanza di anni. Questo di Grosseto è infatti il secondo atlante ornitologico urbano degli uccelli nidificanti per la città, dopo la pubblicazione del primo che avvenne esattamente dieci anni prima, sempre a cura di Pietro Giovacchini, infaticabile ornitologo maremmano.  Il numero di specie nidificanti è risultato essere di 55 (38 certe, 15 probabili e 2 possibili), nella precedente ricerca risultarono 51 specie nidificanti. Ovviamente il saldo non è netto, non c’è stata cioè la comparsa di quattro nuove specie ma una serie di rimescolamenti che portano ad un nuovo assetto avifaunistico. Le nuove specie osservate in città in periodo riproduttivo sono Lodolaio, Occhione, Gabbiano reale mediterraneo, Colombaccio, Gruccione, Calandrella, Passero solitario, Sterpazzolina di Moltoni e Storno. Per alcune di queste, ad esempio il Gabbiano reale mediterraneo, ci si riferisce però a situazioni di sola nidificazione possibile. Le specie che risulterebbero scomparse sono invece Falco pellegrino, Gallinella d’acqua, Succiacapre, Torcicollo, Pendolino, Averla capirossa e Zigolo nero. Per la Gallinella d’acqua e il Pendolino la causa è da attribuire alla scomparsa dell’habitat. Per Falco pellegrino, Succiacapre, Averla capirossa e Zigolo nero si tratta invece di specie presenti nel precedente Atlante nella categoria di nidificazione possibile. Evidentemente nella successiva ricerca non è stato confermato il sospetto di nidificazione che appariva nella prima. Le specie più diffuse sono risultate, in sequenza, Passera d’Italia, Gazza, Tortora dal collare, Verzellino, Verdone, Piccione domestico e Cardellino. Le più abbondanti, perché l’Atlante è stato anche di tipo semiquantitativo, sono risultate invece Piccione domestico, Passera d’Italia, Tortora dal collare, Rondone comune e Gazza. Quattro specie sono le specie appartenenti alla categoria SPEC 2 e 17 alla categoria SPEC 3. Un lavoro che contribuisce ad arricchire il patrimonio di conoscenze avifaunistiche sui centri urbani italiani, c’è quindi da ringraziare Giovacchini per l’opera svolta (1700 dati raccolti) e da augurarsi che questo felice filone di ricerca continui. Maurizio Fraissinet Per informazioni scrivere a Pietro Giovacchini p.giovacchini@provincia.grosseto.it

Gatti F. ( a cura di), 2011 – Atlante degli uccelli nidificanti nel Comune di Voghera. PV. Opis Pubblicità. Voghera

Avete presente quei display che si vedono nella piazze per indicare quanto manca ad un evento, o quelli che appaiono sui banner dei giornali on line per segnalare di quanto numericamente sta montando l’adesione ad una iniziativa?  Ebbene se esistesse per gli atlanti ornitologici italiani questo cambierebbe la numerazione ad un ritmo costante di 3 atlanti l’anno e ora, con questo ultimo nato, arriverebbe ad indicare la quota di 116, e se poi volesse specificare anche il numero di atlanti urbani finora pubblicato indicherebbe quota 32.  Quello che non può indicare è la qualità dei lavori prodotti, cresciuta costantemente e ininterrottamente negli anni. E l’Atlante di Voghera è qui a dimostrarlo. A partire dalla bella foto di Barbagianni in copertina, una specie in fortissima rarefazione sull’intero territorio comunale, per poi estendersi a tutto il libro che presenta, oltre a tante belle foto, cartine leggibili, grafici ben congeniati ed esplicativi, una buona impostazione della pagina. La ricerca è durata dal 2008 al 2010, ha interessato l’intero territorio comunale, pari a 63,28 chilometri quadrati, suddiviso in 284 unità di rilevamento da 0,5 chilometri di lato (in linea con le linee guida dettate per gli atlanti urbani italiani) e ha coinvolto 28 rilevatori. A Voghera sono risultate nidificanti 73 specie, un numero particolarmente elevato in rapporto alla superficie indagata. Abbastanza alta anche la percentuale di specie Non Passeriformi, pari al 52%. Parte del “merito” va al torrente Staffora che attraversa l’intero territorio comunale e che si è rivelato un autentico scrigno di biodiversità. Le aree più povere sono risultate quelle, manco a dirlo, caratterizzate da agricoltura intensiva che potremmo definire “spinta”, nelle quali cioè si è fatta piazza pulita di alberi, siepi, fossi, ecc. Dieci specie risultano sospese, ma alcune di loro potrebbero evolvere verso l’avvio di attività riproduttive nel territorio vogherese. Ciascuna specie viene trattata molto dettagliatamente, così come vengono analizzati i vari biotopi e i diversi aspetti complessivi del popolamento avifaunistico vogherese. Da sottolineare il fatto che in questo Atlante, come in molti altri, ma non in tutti purtroppo, compare il capitolo sull’analisi dei risultati. Un capitolo importante e utile, oltre che interessante, perché mette in atto la pratica sempre da raccomandare di poter analizzare e interpretare i risultati conseguiti in quelle importanti e insostituibili ricerche diffuse di campo che sono gli atlanti ornitologici. In chiusura del libro compaiono la check-list dell’avifauna di Voghera (164 specie), una ricca bibliografia, ma anche, ed è un cosa bella ed originale, alcune mete per il Bird-Watching nell’Oltrepò pavese.  La lettura è gradevole e quando la termini e chiudi il libro ti rimane una gran voglia di partire per vedere Voghera e l’Oltrepò pavese Maurizio Fraissinet

Pierandrea Brichetti e Giancarlo Fracasso, 2011. Ornitologia italiana. 7. Paridae – Corvidae. Identificazione, distribuzione, consistenza e movimenti degli uccelli italiani. Oasi Alberto Perdisa ed., Bologna. Euro 48

Il volume n.7 di Ornitologia italiana è dedicato alle specie delle famiglie di Paridae, Remizidae, Aegithalidae, Sittidae, Tichodromidae, Certhidae, Oriolidae, Laniidae e Corvidae. In tutto 32 specie per un totale di 493 pagine (incluso pagine introduttive, indici, appendici), con una media quindi di 15,4 pagine a specie. Per avere un’idea dell’approfondimento a cui si è arrivati per ciascuna specie in questo volume si pensi che nel primo volume della serie (dai Gaviidae ai Falconidae) vengono trattate 134 specie ed è composto da 453 pagine, con una media quindi di 3,3 pagine per specie.  In questo numero si nota una attenzione maggiore alle nuove (tante) sottospecie riconosciute nella letteratura internazionale e alle caratteristiche morfologiche e biometriche di ciascuna di queste. Molto utili anche le tabelle che riepilogano le caratteristiche distintive tra specie simili e/o sottospecie. Molto utile anche la foto di pagina 160 in cui viene ritratto un esemplare adulto di rampichino alpestre e vengono segnalate le varie parti del corpo da osservare per riconoscerlo dal Rampichino comune. A tale proposito affiora qualche dubbio osservando le cartine di distribuzione di alcune sottospecie nel nostro paese. E’ il caso ad esempio delle sottospecie aphrodite della Cinciallegra e sharpi per la Cornacchia grigia, entrambe relegate all’Italia meridionale e i cui limiti distributivi, come scritto anche dagli Autori, sono davvero difficili da stabilire. Non solo è anche difficile comprendere la storia biogeografia che ha portato alla formazione di tali sottospecie e alla loro conservazione genetica considerando la continuità distributiva lungo la penisola e l’assenza di efficaci barriere biogeografiche che le separino dalle altre sottospecie presenti lungo la penisola. Molto ampia anche la trattazione sulla distribuzione e la consistenza popolazionistica sul territorio nazionale. Con il passare degli anni, e quindi di volume in volume, è andata aumentando il dettaglio in conseguenza dell’aumento delle ricerche nei vari territori (atlanti, check-list, monitoraggi, ricerche mirate, ecc.). Il risultato è una trattazione molto più ampia e precisa. Ne soffre un po’ purtroppo la bibliografia, anch’essa uno dei tratti distintivi dell’intera opera, ma che in questo volume si presenta un po’ confusa e imprecisa a livello delle trattazioni delle singole specie, tornando ad essere più ordinata e completa nella parte finale del libro. Va detto però che gli Autori questa volta si sono trovati dinanzi a una mole davvero notevole di pubblicazioni da citare. Sicuramente riusciranno e riportarle al giusto ordine e alla giusta precisione nel prossimo volume. Le foto e i disegni continuano a migliorarsi di volume in volume. Anche in questo appaiono alcuni disegni tratti dal volume sul comportamento degli animali di Gariboldi e Ambrogi del 2006.  Questa volta c’è anche una bella quanto gradita novità editoriale. Un DVD contente bei filmati di Pierandrea Brichetti e Maurizio Ravasini che trattano di vari aspetti della biologia degli uccelli: dalla riproduzione ai canti, dalle cure parentali alla territorialità.  Ancora una volta un’opera che soddisfa appieno le aspettative e che rappresenta uno strumento utile e indispensabile per chi voglia interessarsi, per lavoro o per diletto, all’avifauna del nostro paese. Maurizio Fraissinet