nov 15, 2021 Claudio Labriola News, Pubblicazioni, Recensioni
Keller V., Herrando S., Voriisek P., Franch M., Kipson M., Milanesi P., Martì D., Anton M., Klvanova A., Kalyakin M.V., Bauer H.G. & Foppen R.P.B., 2020 – European Breeding Bird Atlas 2: Distribution, Abundance and Change. European Bird Census Council & Lynx Edicions. Barcelona
Qualcuno l’ha definita un’opera monumentale, e ha ragione perché la definizione rende bene l’idea. Siamo di fronte ad una grande opera, di notevole importanza per l’ornitologia continentale e non solo. Un’opera grande anche per le dimensioni con sui si presenta: 5 chilogrammi di peso, 968 pagine. 46 gli artisti che hanno realizzato i disegni delle singole specie e 348 gli autori dei singoli testi.
Un’opera grande anche per la vastità dell’area coperta dalle indagini di campo: 11.075.000 Km2, un’area molto più ampia rispetto al primo Atlante europeo. Questa volta, con uno sforzo davvero notevole, si è riusciti a indagare anche i territori della Turchia e della Russia europea fino alla catena degli Urali e si sono potuti indagare meglio i territori dei Balcani. Questo Atlante in pratica copre l’intero continente europeo dalle Azzorre agli Urali. Il numero dei rilevatori impegnati sul campo è stato di 120.000 e 5.303 i quadranti UTM di 50 Km di lato. Per 222 quadranti UTM di 10 Km di lato, relativamente ad alcune specie comuni, si è provveduto ad un’analisi più approfondita, ricavando anche dati quantitativi e di densità.
Il periodo dei rilevamenti in campo è stato compreso tra il 2013 e il 2017 ed ha portato alla individuazione di 596 specie, di cui 539 autoctone e 57 alloctone. 40 specie possono essere considerate endemiche del continente europeo e altre 59 vicine all’endemismo essendo concentrate quasi del tutto nel nostro continente.
Per 556 specie il testo è accompagnato da disegni e alcune mappe. Queste, in particolare, riportano la distribuzione con riferimento anche all’abbondanza usando pallini di diverso diametro in funzione delle classi di popolazione su scala logaritmica in base 10 (1- 9, 10 – 99, 100 – 999, e così via), la distribuzione con pallini di diverso colore per indicare la nidificazione certa, probabile e possibile, il modello di probabilità della presenza della specie, le variazioni tra primo e secondo Atlante. Va detto che la mappa che riporta i pallini riferiti alle nidificazioni certe, probabili e possibili non ha una buona risoluzione grafica e risulta difficile distinguere i colori adottati.
Ballerina bianca, Cuculo, Rondine, Cinciallegra ed alcune specie di corvidi sono le specie a più ampia distribuzione con più dell’85% dei quadranti occupati. Sono più del 50% invece le specie presenti in meno del 10% dei quadranti. Rispetto al primo Atlante, che copre il periodo 1985 – 1988, non sono state più riscontrate Strolaga beccogiallo, Quaglia tridattila, Gabbiano d’Islanda, Storno del Ruppel e Zigolo golarossa che però già nel primo Atlante risultavano presenti in maniera marginale e non con certezza di nidificazione. È comparsa invece una nuova specie, il Rondone indiano, che ha cominciato a colonizzare la penisola iberica. Sempre nell’ambito del confronto tra i due Atlanti si nota un decremento territoriale delle specie legate agli ambienti agricoli e agli spazi aperti e una espansione, invece, delle specie legate al biotopo delle foreste temperate. Aumenta altresì il numero medio di specie nei quadranti del Nord Europa in conseguenza del cambiamento climatico. A tale proposito sono molto interessanti le mappe che riportano per ciascun quadrante, con diversi colori, le estinzioni e le colonizzazioni nel confronto tra i due Atlanti: è netta l’immagine della colonizzazione dei quadranti nord europei da parte di specie che solo alcuni decenni fa si mantenevano al di sotto di determinate latitudini. Le mappe di Quaglia e Verzellino sono tra le più significative. Confortante poi la constatazione dell’espansione delle specie incluse nelle liste di protezione dell’Unione Europea, a dimostrazione della efficacia delle politiche di conservazione adottate a livello continentale. Mostrano un calo decisamente preoccupante invece l’Ortolano, la Tortora selvatica e l’Otarda, al punto che si dovranno trovare in tempi rapidi misure di protezione efficaci.
Molto interessante il capitolo “Species and habitats” a pagina 48. In esso viene analizzata la ricchezza di specie nei vari biotopi individuati nel continente, di come questa varia in funzione dell’habitat e quali tendenze siano state osservate.
Un’opera notevole, fondamentale, che rappresenterà il punto di riferimento per l’ornitologia europea nei prossimi anni.
Non mancano elementi di criticità, anche se perdonabili dinanzi all’importanza dell’opera.
Della difficoltà grafica di un tipo di mappa abbiamo già detto. Mancano i capitoli iniziali, presenti invece nel precedente Atlante, in cui vengono presentati in varie lingue europee e in maniera sintetica i metodi e i risultati dell’Atlante. Ci rendiamo conto che la dimensione del volume è risultata talmente grande da rendere praticamente impossibile l’aggiunta di altre decine di pagine. Si sarebbe potuto però realizzare un link su di un sito web in cui i lettori delle varie lingue presenti nel continente, collegandosi, avrebbero potuto trovare un ampio riassunto nella loro lingua. Ciò allo scopo di favorire quanto più possibile la diffusione della conoscenza dei dati acquisiti e dei metodi impiegati. Lo stesso dicasi per i nomi delle singole specie. Sono solo in latino e in inglese. Ancora una volta il riportare i nomi nelle varie lingue, magari anche tramite il link di cui sopra, sarebbe stato molto utile per allargare le conoscenze sulla nomenclatura in altre lingue, e anche per porre un freno ad una eccessiva egemonia anglofona che rischia di omologare eccessivamente la nomenclatura e mortificare la biodiversità linguistica dei nomi delle tante specie.
Per quanto riguarda il nostro paese c’è da notare che solo uno dei nostri bravissimi disegnatori naturalistici è stato coinvolto nell’opera e che si sia fortemente decimata la pattuglia degli autori italiani. Si è passati dai 21 autori dell’Atlante precedente ai 2 (se non abbiamo contato male) di quest’ultimo. Una riduzione che non si riesce a comprendere in considerazione anche della forte crescita dell’ornitologia italiana nel suo complesso, soprattutto nel campo degli atlanti ornitologici, al punto che l’Italia può essere considerata uno dei paesi leader mondiali per alcuni tipi di Atlanti.
Per quello che riguarda poi la Regione che chi scrive conosce meglio, la Campania, non si comprendono alcune scelte. Non viene riportata la nidificazione della Maina comune, specie che si riproduce da oltre 20 anni in due quadranti 50 x 50 Km e che in diverse pubblicazioni viene considerata naturalizzata. Non corrisponde al vero, almeno per la Campania, che la Moretta tabaccata abbia beneficiato dei progetti di reintroduzione. Le coppie nidificanti sono estranee a tali operazioni e non derivano dagli esemplari reintrodotti, mentre le località che furono interessate dal progetto da tempo non ospitano più coppie nidificanti. Non si riportano inoltre le nidificazioni di Airone rosso e Marangone minore, mentre si continua a considerare probabile la nidificazione del Piro piro piccolo, una specie che nelle ultime check-list regionali viene considerata solo migratrice e svernante. Non si fa accenno alle popolazioni ferali di Gallo e Pavone da tempo resesi indipendenti dal supporto antropico. E’ da considerarsi invece solo un errore di stampa l’indicazione della presenza di oltre 100.000 coppie di Rondoni pallidi nidificanti in due quadranti dell’area napoletana e del casertano.
Nonostante queste sviste, il volume, distribuito dalla casa editrice Lynx di Barcellona e curato dall’European Bird Census Council, ha una notevole valenza e dovrebbe fare bella mostra di sé nelle librerie personali degli ornitologi italiani perché rappresenta un punto di riferimento imprescindibile per chi vuole conoscere approfonditamente la distribuzione e le dinamiche distributive delle specie europee.
Maurizio Fraissinet
Naturalista, entomologo, fotografo e disegnatore naturalista, per passione. Nato a Napoli dove attualmente vive e lavora. Da sempre la Natura è la sua Grande Passione. Le sue collaborazioni spaziano in quasi tutti i campi, dalla zoologia alla botanica, con particolare attenzione rivolta all’entomologia e all'ornitologia. Usa sia la fotografia che il disegno per documentare sul campo le osservazioni naturalistiche ricercando quando possibile anche il punto di vista artistico ma non trascurando mai il punto di vista scientifico.
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