ott 16, 2017 Claudio Labriola In corso, News, Progetti
IL TERZO ATLANTE DEGLI UCCELLI NIDIFICANTI E SVERNANTI DELL CITTA’ DI NAPOLI.
RISULTATI PRELIMINARI AD UN ANNO DALLA CONCLUSIONE
Maurizio Fraissinet1,2, Silvia Capasso2,Luciano Bosso1 e Danilo Russo1
1Wildlife Research Group,
Dipartimento di Agraria, Università Federico II di Napoli,Via Università 100, 80055 Portici (NA);
2ASOIM onlus,
via cavalli di bronzo 95, 80046 San Giorgio a Cremano (NA)
Introduzione
Il metodo dell’atlante per lo studio dell’avifauna di un territorio, con la realizzazione quindi di mappe distributive delle singole specie mediante l’occupazione o meno dei quadranti di una griglia di riferimento, rappresenta un ottimo strumento di indagine, che tra le tante opportunità ha anche quella della validità del confronto tra mappe di diversi periodi se rimangono inalterate le metodologie di campionamento e utilizzo della griglia. Registrare l’evoluzione della distribuzione di una specie in un territorio a distanza di tempo, disponendo di mappe basate su griglie identiche, rappresenta una grossa opportunità per lo studio dell’ecologia della specie nel territorio oggetto di ricerca, correlandola con le trasformazioni che il territorio ha subito nel tempo, trasformazioni anch’esse restituite sulla griglia di base (Fraissinet, 2017; Gibbons et al., 2007).
(cliccare sull’immagine sotto per il download del Poster)
Un lavoro di questo genere può restituire informazioni molto interessanti se si opera su di un territorio urbanizzato, quale è quello di una grande città, perché per definizione tali territori sono soggetti a rapide trasformazioni, e pertanto gli intervalli di tempo utilizzati tra un atlante e un altro, in genere una decina di anni, sono sufficienti a rimarcare le grandi trasformazioni e verificare in che modo le specie di uccelli selvatici hanno reagito ad esse.
Il terzo Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nella città di Napoli, realizzato ad una decina di anni dal secondo (Fraissinet, 2006) e ad una ventina dal primo (Fraissinet, 1995) consentirà interessanti spunti di analisi dell’evoluzione delle specie selvatiche che frequentano la città
A distanza di un anno dal termine dei rilevamenti sul campo per il periodo riproduttivo, con una copertura che ha raggiunto il 90% dei quadranti, e a due anni dal termine dei rilevamenti sul campo per lo svernamento, con una copertura del 73,5%, è parso opportuno presentare i risultati preliminari con l’evoluzione della distribuzione di alcune specie che mostrano modifiche consistenti rispetto alle precedenti ricerche.
Area di studio
La città di Napoli (compresa tra 40°47’ e 40°54’ Nord e tra 14°07’ e 14°21’ Est) è adagiata ad anfiteatro per circa 8 chilometri sul margine nord-orientale di uno dei golfi più grandi del versante tirrenico italiano. Occupa una superficie di 117,27 chilometri quadrati, abitati da una popolazione residente al 31 dicembre 2016 di 970.185 abitanti (34.315 abitanti in meno rispetto al 2001), per una densità di 8273 abitanti per chilometro quadrato. L’altimetria varia dagli 0 ai 457 metri sul livello del mare dei Camaldoli.
Ricade nella zona bioclimatica a clima meso-mediterraneo accentuato (La Valva e De Natale, 1993-94). I valori climatici degli ultimi 30 anni rivelati nella stazione meteo dell’aeroporto di Capodichino (sito dentro la città) riportano gennaio e febbraio quali mesi più freddi con una media di 4° C di minima e luglio e agosto quali mesi più caldi, con una media, rispettivamente, di 29° e 30° C (Fig.1); il mese con i valori medi minimi di precipitazione è luglio con 24 mm, mentre i più piovosi sono quelli autunnali di ottobre (130 mm), novembre (il più piovoso con 162 mm) e dicembre (121 mm) (Fig.2).
Dal punto di vista vegetazionale l’area urbana napoletana ricade interamente nella Fascia mediterranea (Orizzonte submediterraneo delle sclerofille sempreverdi) (Pignatti, 1979; La Valva et al., 1985).
Metodi
Per il metodo di rilevamento dei dati sul campo e la predisposizione della griglia cartografica si è operato in modo da essere il più possibile coincidenti con i metodi utilizzati nelle precedenti ricerche, al fine di rendere comparabili i dati.
Il territorio cittadino è stato suddiviso in 142 quadranti di un chilometro di lato per la distribuzione delle specie nidificanti e in 146 quadranti di un chilometro di lato per la distribuzione delle specie svernanti. I quadranti sono ricavati dal sistema UTM. La differenza nel numero dei quadranti tra le due stagioni di rilevamento si spiega con il fatto che per lo svernamento sono stati presi in considerazione anche alcuni quadranti costieri della zona del porto nei quali, per le caratteristiche ambientali del sito, avviene il regolare svernamento ma non la riproduzione. I quadranti che contengono al loro interno frazioni molto ridotte del territorio comunale non sono stati presi in considerazione e accorpati ai quadranti limitrofi.
L’archiviazione e la mappatura dei dati sono realizzate mediante l’utilizzo di software GIS, in modo da consentire anche successive elaborazioni ed analisi ambientali.
La dimensione dei quadranti – 1 Km di lato – è in linea con gli indirizzi dettati dal Gruppo di Lavoro “Atlanti ornitologici urbani italiani” per una città delle dimensioni di Napoli (Dinetti et al., 1995; Dinetti et al., 1996; Dinetti e Fraissinet, 1998; Dinetti e Fraissinet, 2001).
La ricerca è iniziata nella stagione primaverile del 2014 e terminerà in quella del 2018 per i nidificanti; mentre è iniziata nell’inverno 2014/2015 e terminerà nell’inverno 2018/2019 per gli svernanti. Il periodo di rilevamento per la stagione invernale è stato dall’1 dicembre al 28 febbraio e quello di rilevamento per la stagione riproduttiva dal 15 marzo al 15 luglio.
I criteri di rilevamento della nidificazione sono stati quelli delle 16 categorie di rilevamento messe a punto dall’European Bird Census Council (EBCC) per la standardizzazione degli Atlanti ornitologici. Per lo svernamento si è fatto riferimento alla sola presenza/assenza. Per alcune specie si è effettuato anche un conteggio assoluto degli esemplari in periodo invernale e delle coppie in periodo riproduttivo. Lo si è fatto per quelle specie che per dimensioni e numeri poco elevati si prestavano ad un conteggio alquanto preciso: Germano reale, Tuffetto, Svasso maggiore, Svasso piccolo, Cormorano, Sula, Airone cenerino, Airone guardabuoi, Sparviere, Poiana, Aquila minore, Gheppio, Falco pellegrino, Gallinella d’acqua, Folaga, Beccapesci, Martin pescatore, Corvo imperiale.
Il rilevamento dei dati è avvenuto mediante osservazione diretta sul campo, utilizzo della tecnica del play back per il rilevamento degli Strigiformi, raccolta informazioni provenienti da recupero di animali, sia adulti che pulli di varie specie raccolti in città nel periodo della ricerca.
Complessivamente hanno finora collaborato alla ricerca 47 rilevatori.
Viene monitorato l’intero territorio comunale perché ampiamente e diffusamente urbanizzato. Ricade, inoltre, all’interno di un’area metropolitana fortemente urbanizzata e tra le più densamente abitate d’Europa. Rappresenta quindi un buon modello per lo studio della fauna urbana.
Risultati e Discussione
Le mappe delle Figg. 3 e 4 riportano lo stato della copertura per la stagione riproduttiva e invernale, rispettivamente, a un anno e a due anni dalla fine dei rilevamenti.
Sono state rilevate finora 61 specie nidificanti tra certe, probabili e possibili e 72 specie svernanti.
Rispetto all’edizione precedente (Fraissinet, 2006), al momento,non sono state più riscontrate le seguenti specie nidificanti: Tarabusino, Corriere piccolo, Calandrella, Cannareccione e Averla capirossa. Mentre sono state registrate le seguenti nuove specie, non segnalate nelle precedenti edizioni (Fraissinet, 1995; Fraissinet, 2006): Picchio verde e Sterpazzolina. Si è registrato anche il ritorno della Cincia mora, segnalata nella prima edizione e non nella seconda.
Per quanto riguarda lo svernamento, rispetto all’edizione precedente, al momento, non sono state rilevate: Tuffetto, Svasso piccolo, Sula, Porciglione, Folaga, Tordo bottaccio, Pendolino, Fanello e Frosone. Ma va detto che è ancora presto per escluderle, anche perché nella prossima stagione di campionamenti invernali verranno monitorate aree con presenza di piccole zone umide. Sono state registrate invece le seguenti nuove specie non segnalate nelle precedenti edizioni (Fraissinet, 1995; Fraissinet, 2006): Germano reale, Strolaga mezzana, Airone guardabuoi e Picchio verde.
Per alcune specie nidificanti è già possibile verificare alcuni andamenti (Fig. 5). E notevole, ad esempio, l’incremento registrato per Colombaccio, Rondine, Gazza e Cornacchia grigia, con la prima e l’ultima che risultavano addirittura assenti nel periodo 1990/1994. Continua invece il calo delle specie tipiche degli ambienti aperti. Il Saltimpalo ne rappresenta un esempio particolarmente evidente. Per quanto manchi ancora un anno di rilevamenti, in considerazione delle tipologie ambientali che caratterizzano i quadranti ancora non esplorati, i dati non potranno mutare nelle tendenze, anche per il Saltimpalo.
La Fig. 6 mostra l’evoluzione della distribuzione della Gazza in periodo riproduttivo nel corso delle tre edizioni
E’ ancora presto, invece, elaborare dati sugli andamenti nel periodo invernale, sebbene a grandi linee per alcune specie ricalchino quelli del periodo riproduttivo.
Per le specie che vengono monitorate anche in termini quantitativi si è potuto accertare la nidificazione a Napoli di 5 coppie di Falco pellegrino, 3-4 coppie di Poiana, 1-2 coppie di Sparviere, una quarantina di coppie di Gheppio (ma il dato è ancora provvisorio), 2 coppie di Corvo imperiale, 25 coppie di Gallinella d’acqua, 6 coppie di Folaga.
Per le specie svernanti è prematuro elaborare delle stime, ma per alcune il dato dovrebbe essere abbastanza completo. Interessante lo svernamento di almeno 13 esemplari di Poiana e una decina di esemplari di Martin pescatore, quest’ultimo lungo il litorale da San Giovanni a Teduccio, a est, a Bagnoli, a ovest.
Oltre al completamento dei rilevamenti sul campo c’è da studiare anche l’evoluzione territoriale avutasi in questi anni nella città di Napoli per correlarla ai fenomeni osservati nella distribuzione delle specie di Uccelli.
Bibliografia
Dinetti M., Cignini B., Fraissinet M. e Zapparoli M., 1995 – Gruppo di lavoro “Atlanti ornitologici urbani italiani”: standard per le ricerche sull’avifauna di ambienti urbanizzati. Riv. Ital. Orn., 64:141-149.
Dinetti M., Cignini B., Fraissinet M. e Zapparoli M., 1996 – Urban ornithological atlases in Italy. In: Caccamise D.F. e M. Luniak (eds.). Birds in Urban and suburban areas – selected contributions from the XXI International Ornithological Congress (Wienna, 1994). Acta Ornithologica 31 (1): 15-23.
Dinetti M. e Fraissinet M., 1998. Gli Atlanti ornitologici urbani in Italia. In: Bologna M.A., Carpaneto G.M. e B. Cignini (eds.). Atti 1° Convegno Nazionale sulla Fauna Urbana, Roma, 12 aprile 1997. Fratelli Palombi Editori, Roma: 37-39.
Dinetti M. e Fraissinet M., 2001 – Ornitologia urbana. Calderini ed., Bologna.
Fraissinet M.(red.), 1995 – Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nella città di Napoli. Electa Napoli ed., Napoli.
Fraissinet M. (ed.), 2006 – Nuovo Progetto Atlante degli Uccelli nidificanti e svernanti nella città di Napoli. 2001 – 2005. Monografia n. 7 dell’ASOIM.
Fraissinet M., 2017 – Gli atlanti ornitologici in lingua italiana. Monografia n.15 dell’ASOIM
Gibbons D., Donald P.F., Bauer H.G., Fornasari L. and Dawson I.K., 2007 – Mapping avian distributions: the evolution of bird atlases. Bird Study, 54: 324 – 334.
La Valva V., Ricciardi M., Saccomanno A., 1985 – Carta Regionale Faunistica: Cap.I: Lineamenti di geografia fisica; Cap. II: Flora e Vegetazione; Cap.III: Lineamenti essenziali della vegetazione della Campania; Cap. IV: Descrizione di un area di particolare interesse della Campania:Il Monte Taburno:15-67. Regione Campania ed., Napoli.
Pignatti S., 1979 – I piani di vegetazione in Italia. N. Giorn. Bot. Ital., 116: 411-428.
Naturalista, entomologo, fotografo e disegnatore naturalista, per passione. Nato a Napoli dove attualmente vive e lavora. Da sempre la Natura è la sua Grande Passione. Le sue collaborazioni spaziano in quasi tutti i campi, dalla zoologia alla botanica, con particolare attenzione rivolta all’entomologia e all'ornitologia. Usa sia la fotografia che il disegno per documentare sul campo le osservazioni naturalistiche ricercando quando possibile anche il punto di vista artistico ma non trascurando mai il punto di vista scientifico.
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